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Gli Operai

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Saturday, July 17, 2010

Libretto di Belisario, Donizetti

by Luigi Speranza for "Gli Operai" jlsperanza@aol.com

Donizetti

"BELISARIO"
La Fenice, Venezia, 1985.

Drammatis personae:
BELISARIO -- general bizantino -- baritono
ANTONINA -- esposa de Belisario -- soprano
IRENE -- hija de Belisario -- mezzosoprano
GIUSTINIANO -- emperador bizantino -- bajo
ALAMIRO -- guerrero barbaro TENOR
EUTROPIO -- jefe de la guardia imperial -- tenor
EUDORA - amiga de Irene -- soprano
OTTARIO -- rey de los analos y bulgaros -- tenor

La acción se desarrolla en Constantinopla, en el año 580.

PARTE PRIMA: Il Trionfo. Atrio interno del palagio imperiale, con trono a
destra. A traverso dell'intercolunnio magnifica veduta di Bisanzio) Scena Prima
(Senatori dalla reggia, e popolo, accorrendo da più parti). TUTTI:

Serto di eterni lauri
impongasi alla chioma ----- a
del prode, onde Bisanzio
emula fu di Roma. ---------- a

Invitto Belisario,
gloria di nostra età. ------- a
Quanto vivranno i secoli
il nome tuo vivrà
------ a

Si dileguano. Scena Seconda. Irene da un lato, Eudora dall'altro, entrambe
con seguito di donzelle).IRENE (mezzosoprano):

(RECITATIVO) Corri amica. Voliam sulla sponda all'amplesso del forte che arriva. Ve', pe', trivi già il popolo inonda. Odi il suon della calca festiva. Delle trombe frammisto allo squillo del trionfo già l'inno intuonò. Salutando l'augusto vessillo che il terror fra i nemici portò.

(ARIA) La man terribile del vincitore
di baci fervidi io coprirò,
e al sen stringendomi del genitore,
rapita in estasi d'amor sarò.
Un pianto tenero forse gli accenti
sul labbro timido mi troncherà...
Ma quelle lagrime fieno eloquenti,
ma quel silenzio tutto dirà!

TUTTI

Giorni di gloria, giorni ridenti
brillar sul Bosforo il ciel farà.

Partono. Scena Terza. Antonina, ed Eutropio, da opposte vie). ANTONINA:

Plauso! Voci di gioia!

EUTROPIO
Il volgo insano
corre sul lido a festeggiar l'incontro
del reduce tuo sposo.

ANTONINA
Mio sposo un parricida!

EUTROPIO
Oh!... Che favelli!

ANTONINA
Ascolta, e del mio sdegno
abbi sicuro pegno.
Lo schiavo di... colui, Proclo, morendo
a me narrò; che di svenare il figlio
Belisario gl'ingiunse, ond'ei lo trasse
fuor di Bisanzio, e a trucidarlo il ferro
alzò, ma il ferro dalla man gli cadde.
E tutto inorridito
abbandonò, fuggendo, il pargoletto
sovra deserta sponda...
pasto forse alle belve... o preda all'onda!

EUTROPIO
Che intesi!... Ahi! snaturato genitore!
Io ti compiango.

ANTONINA
Immenso è il mio dolore!

Sin la tomba è a me negata!
Sin le ceneri del figlio!
Ah! di lagrime il mio ciglio
viva fonte ognor sarà...
Madre, oh Dio! più sventurata
mai la terra non avrà!

EUTROPIO
Ti conforta: dell'eccesso
pagherà quell'empio il fio;
ma rammenta che promesso
era un premio all'amor mio!
La tua destra...

ANTONINA
Or dimmi: ordita
fu la trama?

EUTROPIO
E appien compita.
Una man fedele, esperta
già le cifre simulò.

ANTONINA
La sua perdita?

EUTROPIO
Fia certa.

ANTONINA
Vendicata almen sarò!

Ombra pallida e diletta,
che t'aggiri a me d'intorno;
meco esulta... è questo il giorno
che il delitto punirà.
O desio della vendetta
tu sei vita a me soltanto...
Io versai dirotto pianto,
altri il sangue verserà.

EUTROPIO
Irene incontro a lui frattanto...
Simular ti converrà.

Le guardie imperiali cominciano a disporre per l'atrio. Antonina ed Eutropio partono. Scena Quarta. Giustiniano e guardie:

GIUSTINIANO
O nume degli eserciti,
a te sia laude eterna:
guidò ne' campi italici
l'aita tua superna
il duce formidabile
che i Goti debellò,
e il serto mio di splendida
gemma novella ornò.

Ascende al trono. Scena Quinta. I predetti. Trionfo di Belisario, esce prima la
banda militare, che vien seguita da lungo tratto di popolo, quindi i magistrati ed il senato, segue poi con marcia trionfale l'esercito di Belisario. Alcuni guerrieri portano i tesori predati, fra i quali è la corona ed il manto pomposo di Vitige, re dei Goti. Intanto che si avanzano le schiere si canta il seguente). CORO:

L'inno della vittoria
spanda sì forte un grido,
che valicato il pelago
scorra di lido in lido,
e dica ai regni nordici
in suono di terror:
v'è un Belisario,
e i barbari dipinga il pallor.

Scena Sesta. Belisario comparisce sopra magnifico carro, ha il capo cinto da una corona di alloro, ed un purpureo manto è sovrapposto alla sua aurea armatura. Sono d'intorno al duce i Goti prigionieri, fra i quali è Alamiro: i veterani chiudono il trionfo. Al mostrarsi di Belisario le trombe squillano più forte, e si raddoppiano le acclamazioni. CORO

Invitto Belisario,
gloria di nostra età,
quanto vivranno i secoli
il nome tuo vivrà.

BELISARIO discende dal carro e si presenta all'Imperatore.

Cesare, hai vinto; e l'itala contrada,
di natura dolcissimo sorriso,
della vittoria è frutto.
Mira al tuo piè le spoglie opime, e questi
giovani prigionieri, al cui valore
mal rispondea fortuna.
Deh! se mercede alcuna
sperar mi lice, tua pietade imploro
per essi, e te, cui la pietade è istinto;
non preghi indarno il vincitor pel vinto.

GIUSTINIANO

Tremendo in guerra, umano in pace, e sempre
sei grande, o Belisario! I lor destini (accennando i prigionieri)
a te commetto.(scende dal trono)
Abbracciami. Rifulga
alta letizia intorno,
tutto festeggi così lieto giorno.

Pparte seguito dai magistrati, dal senato e dalle guardie. L'esercito ed il popolo escono pel fondo. BELISARIO (ai prigionieri, che cadono alle sue
ginocchia tranne Alamiro)

Liberi siete. Addio.

Li rialza, ed essi partono.

Che veggio!... Il dono
sprezzi forse Alamiro?

-------------

Tenor role
ALAMIRO (guerriero barbaro)
(con tenerezza)

Io?
Ti son grato.

ma, già tel dissi, al fianco tuo m'annoda
tale un poter, che libertà m'è grave,
lungi da te.



BELISARIO (con pari tenerezza, ed abbracciandolo). Rimani
adunque meco... in libertà rimani. Ho tutto il cor commosso da ignoto affetto, che spiegar non posso.
Quando di sangue tinto,
e fra catene avvinto,
in riva al Trasimeno
tratto mi fosti al piè,
tenera voce in seno
mi favellò per te!


------

Tenor role
ALAMIRO (guerriero barbaro):


Ah!

se mi fia ricetto --------- a

di Belisario il tetto, ---- a


---


di mia crudel fortuna ----- b
gli oltraggi scorderò. ---- c



Nel suol che a me fu cuna - b
almen la tomba avrò. ------ c

---------

BELISARIO
Sei tu greco!... Il ver dicesti?

ALAMIRO

"Greco io son."


BELISARIO
Da chi nascesti?


-----

ALAMIRO:

Tal mistero il ciel mi asconde!

Fui da un barbaro allevato.

Ei del Bosforo alle sponde

mi rinvenne abbandonato.




BELISARIO

E costui su greco suolo
che traea?

ALAMIRO
Desio di preda.

BELISARIO

Derelitto in terra e solo
più non sei:

per te succeda

di sereno a trista aurora.



Ebbi un figlio, e lo perdei


La sua morte io piango ancora.
Or quel figlio a me tu sei.

ALAMIRO

Io tuo figlio. Me tu padre!...


Ah!

di gioia ho pieno il cor!


------



BELISARIO
Ne' miei lari...

ALAMIRO
Fra le squadre...

BELISARIO
Sempre insieme...

ALAMIRO
Uniti ognor.


BELISARIO, ALAMIRO

Sui campi della gloria
noi pugneremo al lato
frema, o sorrida il fato
vicino a te starò.
La morte, o la vittoria
con te dividerò.



Scena Settima. Irene ed Antonina entrano. IRENE:

Padre.

Correndogli incontro. BELISARIO

Irene, m'abbraccia.

IRENE

Alfin son teco!...
Noi corremmo ver te; ma della gioia
al violento assalto
mal resse il cor della tua sposa, e priva
finor di sentimento...

BELISARIO, volgendosi ad Antonina e restando colpito dal di lei turbamento.

Oh ciel!... Traveggo!
Sulla turbata fronte
del duolo hai tu, non del piacer le impronte che fu?
Nuova sciagura...

ANTONINA (con accento vibrato)
Nuova!... Ti rassicura;
quale innanzi al partir, tal rivedrai
la tua magion... Sol Proclo il ciel... togliea
da questa valle di dolore albergo,
e di colpe.

BELISARIO (fra sé)
Il suo fallo Iddio perdoni!...

Scena Ottava. Eutropio entra. EUTROPIO:

Cesare a te m'invia... l'acciar deponi.

IRENE, ALAMIRO, EUDORA, DONZELLE
Come!...

BELISARIO
Vaneggi tu!...

EUTROPIO
Di arditi accenti passò stagion!
Quell'orgogliosa fronte
piega al voler d'Augusto.

IRENE
Ed osi?...

ALAMIRO
Audace!...

BELISARIO
Tacete, è forza l'obbedir...
Ma il brando di Belisario non lo avrà che un prode.

Lo dà ad Alamiro. Ad Eutropio con nobile intrepidezza.

Andiam.

IRENE
Padre.

ALAMIRO
Signor, deh! lascia...

Volendo seguire Belisario, egli con un gesto autorevole impone loro di rimanere, e parte con Eutropio e le guardie.

EUDORA, DONZELLE
Oh! cielo!

ANTONINA (fra sé)
Comincia la vendetta!

ALAMIRO
Io fremo!

IRENE
Io gelo!

Partono. Scena Nona. Aula senatoria. Da un lato molti seggi fra' quali uno più elevato per l'imperatore. Vi è un tavolino, su cui alcuni papiri, il volume delle leggi, ed una spada. Senatori). TUTTI

Che mai sarà!
Perché solleciti
così ne aduna?...
Sovrasta a Cesare
sventura alcuna?

ALCUNI
Forse un colpevole
punir si deve?

GLI ALTRI
Forse la patria danno riceve!

TUTTI
Ma il prence tacito qui volge e solo...
Nel volto torbido
profondo duolo
sculto gli sta!...
Che mai sarà!

Scena Decima. Giustiniano e detti. GIUSTINIANO va mestamente a sedere, ad un suo
cenno tutti si adagiano.

Sostegni del mio trono, un fero evento
ogni gioia distrusse. Innanzi tratto,
accusato d'orribile misfatto,
tal vi fia, che il vederlo, il sol vederlo
vi agghiaccerà le vene.

EUTROPIO
Chi?

GIUSTINIANO
Belisario.

SENATORI
Belisario!...

GIUSTINIANO
Ei viene.

Scena Undicesima. Belisario fra guardie, Eutropio dal lato opposto e detti. GIUSTINIANO:

S'apra il giudizio.

Un senatore siede presso il tavolino, Eutropio va a collocarsi in piedi accanto di esso. EUTROPIO:

Belisario, accuso di fellonia.

BELISARIO
Che intendo!

EUTROPIO
Al declinar di questo giorno istesso
del suo trionfo, le ribelli squadre,
da lui compre e sedotte,
dovean, franta ogni legge, e spento il giusto

Indicando Giustiniano con simulato raccapriccio.

coronare il suo crin nel serto augusto.

BELISARIO
Calunnia infame.

EUTROPIO
A contestar l'accusa
queste produco sue medesime cifre.

Accennando i papiri sul tavolino.

BELISARIO lanciandovi uno sguardo:

Ch'io vegga è ver, son mie.

GIUSTINIANO
Leggile.

BELISARIO (dopo aver letto)
Orrenda, inesplicabil trama!...
Son questi i fogli che inviai dal campo
alla consorte...
Ma d'Averno forse una furia maligna
alle amorose note altre ne aggiunse!

GIUSTINIANO
Dunque.

BELISARIO
Il vero chiarir potria la sposa:
ma che non libra Astrea sull'equa lance
l'odio e l'amor, m'è noto.

GIUSTINIANO
Ella s'avanzi.

Scena Dodicesima. I suddetti, ed Antonina seguita da Irene ed Alamiro. BELISARIO

Irene, sposa... ah! voi nol crederete...
Mi trasse iniqua sorte
pel cammin del trionfo incontro a morte!

ALAMIRO
A morte.

IRENE
Oh, Dio!...

BELISARIO
Rimira. Su questi fogli, che smarristi al certo,
nemica man fra le mie cifre intruse
sensi ribelli.

Dà i fogli ad Antonina che cerca di nascondere la sua orribile agitazione.

Or leggi, e di' se tu gli avesti
tali, o donna, da me.

ANTONINA
Sì.

Rinfrancata da uno sguardo furtivo di Eutropio. BELISARIO, come colpito da un fulmine:

Sì, dicesti?

Irene, Alamiro, Giustiniano ed i Senatori fanno un movimento di sorpresa e di orrore.

IRENE
Ah, madre!

GIUSTINIANO, SENATORI
È reo?

ANTONINA
Sincero fu il labbro mio.

ALAMIRO
Crudel!

BELISARIO
Sposa, ed attesti!

ANTONINA
Il vero.

GIUSTINIANO, SENATORI
Reo Belisario!

TUTTI tranne Antonina ed Eutropio
Oh, ciel!

BELISARIO
Da chi son io tradito!...
Non reggo a tanto duol!...
E ancora inorridito
non si nasconde il sol!

ANTONINA (fra sé)
Renda il mio core ardito
tutto il materno duol...
L'iniquo sia punito,
e poi m'inghiotta il suol.

IRENE (fra sé)
Non regge il cor ferito,
non regge a tanto duol!...
Ah! fugga inorridito,
a noi si asconda il sol.

ALAMIRO (fra sé)


Eccesso empio, inaudito,
Ira m'ingombra, e duol.
Non fugge inorridito,
Non si nasconde il sol
.

EUTROPIO (fra sé)
Renda quel core ardito
tutto il materno duol.

GIUSTINIANO, SENATORI
(fra sé)
Tramonterà vestito
per noi di tutto il sol!

BELISARIO (prendendo la figlia per mano e conducendola innanzi ad Antonina)

Madre tu fosti, e moglie:
l'infame accusa or toglie
la vita a me, l'onore;
ad essa il genitore!
Se tacque nel tuo petto
il maritale affetto,
dovea nell'alma impura
tacerti ancor natura?

ANTONINA (volgendosi al senato)

Natura invoca, e scempio
egli ne fea... quest'empio!...

BELISARIO
Che!...

ANTONINA
Proclo.

BELISARIO
Ebben?

ANTONINA
Morendo svelò l'arcano orrendo.

BELISARIO (retrocede vacillando, e coprendosi il volto con estremo terrore)
Dio.

IRENE, ALAMIRO
Freme.

GIUSTINIANO, SENATORI
Asconde il ciglio.

ANTONINA
Quel mostro uccise il figlio.

IRENE, ALAMIRO
Ahi!

GIUSTINIANO, ANTONINA
Parricida ancor!

IRENE, ALAMIRO,
GIUSTINIANO, SENATORI
Oh, giorno di terror!

Giustiniano ed i Senatori si alzano e circondano Belisario rabbrividiti. BELISARIO è convulso a segno di non poter parlare: egli accenna all'imperatore, ed al senato di frenare il raccapriccio, ed ascoltarlo; e dopo si volge ad essi con voce
interrotta.

Sognai... fra genti... barbare...
terribile un guerriero...
che minacciava... i cardini
crollar... del greco impero.
Chiesi di lui... ripetere
del figlio intesi il nome...
nel sen mi corse un brivido!...
Mi si drizzar le chiome!
Interpretò lo spirito
del sogno un uom di Dio;
e all'oriente infausto
predisse il sangue mio.
Fremetti... della patria
crudo mi fe' il periglio...
Mandò natura un gemito...
E cadde estinto il figlio.

IRENE, ALAMIRO
ANTONINA, EUTROPIO
Misero genitor! Barbaro!

GIUSTINIANO, SENATORI
Oh, giorno di terror!

ANTONINA
Pera l'empio che offese natura...
Cielo e terra colpevole il grida...
Non lo sposo, il crudel parricida
spento plachi il mio giusto furor.
Ah! dovunque mi volgo, m'aggiro,
l'ombra inulta del figlio rimiro!...
La sua voce, il suo gemito estremo
mi ricerca le fibre del cor.

BELISARIO
Per me suona già l'ora funesta...
Empia sposa la scure mi appresta!
Ah! tu almen sulla tomba paterna
spargi, o figlia, una lacrima, un fior. (al senato)
Se mi danna l'offesa natura,
se di morte colpevol mi grida,
Grecia taccia... mi fe' parricida
della patria il santissimo amor.

IRENE, ALAMIRO (fra sé)
Le sue leggi sconvolse natura!
Reo di morte una sposa lo appella!...
Ahi, del padre/prode tramonta la stella!
Tutto è duolo, spavento, ed orror!

EUTROPIO (fra sé)
Il rigor dell'estrema sciagura
su quel capo aborrito già piomba:
la sua colpa gli aperse la tomba,
ve lo spinge vendetta ed amor.

GIUSTINIANO, SENATORI (fra sé)
Freme il turbine, il cielo si oscura,
mugghia il tuono, ed in tanta procella
d'oriente sparisce la stella!...
Tutto è duolo, spavento, ed orror!

Belisario è condotto altrove dalle guardie. Irene ed Alamiro lo seguono desolati. Antonina ed Eutropio si allontanano per il lato opposto. Giustiniano ed i
Senatori rimangono atteggiati di grave dolore.

PARTE SECONDA: L´Esilio. Parte remota di Bisanzio, da un lato ingresso delle prigioni. Scena Prima. Molti Veterani, ed alcuni del popolo, sparsi perla
scena in diversi gruppi. TUTTI

Oh, duce.

VETERANI
Oh, eccesso orribile.

POPOLO
Oh, dì funesto.

TUTTI
Questo di tue vittorie,
il frutto è questo!

Scena Seconda. Alamiro e detti). ALAMIRO:

Voi piangete, amici!
Di Belisario voi piangete!

Ah! dunque
fama bugiarda a me suonò, che avea
Cesare in bando la mortal sentenza
di Belisario commutata?

"Iniqua sentenza,
che livor dettò per certo,
e non giustizia al rio Senato!"


CORO
Il vero udisti, sì; ma d'un misfatto estremo,
non giunse il grido a te: lo ascolta.

ALAMIRO
Io tremo?

CORO

Comando fu di Cesare,
che il volto suo giammai
veder più non dovessero
di Belisario i rai:
Eutropio scellerato,
da un demone inspirato,
con sanguinosa frode
il cenno pervertì.

ALAMIRO (palpitante)
Che osò quel vil?

CORO
Del prode sugli occhi estinse il dì.

Alamiro mette un grido, ed inorridito si copre il viso con ambe le mani. Lungo silenzio. ALAMIRO


------- TENOR ARIA:


A sì tremendo annunzio
gelar m'intesi il core.

Entro le vene un fremito
correr mi fe' l'orrore,
e le cadenti lagrime
sul ciglio m'impietrò.

Del dì la luce infausta
per sempre a me s'asconda,
Copra me pur la squallida
notte che lui circonda.

Almen l'orrendo strazio
del grande io non vedrò.



--------

CORO
Vien la figlia!

ALAMIRO
In quale stato...

Scena Terza. Irene, Eudora, donzelle e detti. ALAMIRO:

Il tuo duolo, il tuo spavento
ben m'attesta, che svelato
t'era già l'atroce evento.

IRENE
Ah!... pur troppo!

ALAMIRO
Chi fia guida
nell'esilio a quel tradito?

IRENE
Io.

ALAMIRO

Sta bene: a me s'affida
altro incarco, e fia compito. (fra sé)
Non a caso questo brando
Belisario a me donò!
L'empia trama... il crudo bando
vendicar ben io saprò. (a Irene)
Misera figlia... Irene... addio;
di me favella col genitor. (fra sé)
Il suo tormento accresce il mio!...
Quel pianto amaro mi scende al cor!

------ THE TENOR'S CABALETTA


* * * * * * * * * * * * * * *

-----

Trema Bisanzio! Sterminatrice

su te la guerra discenderà.
-----


ed ogni lacrima dell'infelice

un rio di sangue ti costerà.



-------


IRENE

Ahi! la tua vista, padre infelice,
il cor nel petto mi squarcerà!

EUDORA , CORO
Chi non compiange quest'infelice
ha cor di tigre... o cor non ha!

Alamiro parte.


IRENE
Amici è forza separarci...
A voi raccomando la madre...
Deh! non piangete, or di costanza ho d'uopo...
Quando lungi sarò, de' casi miei
parlando nel pensier, spargete allora
del sovvenir la lacrima pietosa. (l'abbraccia)
Non più. Vi arrida il ciel.

A tutti che si allontanano piangendo. Ella rimane un momento in tetro silenzio, quindi è scossa dallo stridore della ferrea porta delle prigioni che si dischiude.

S'apre la trista soglia crudel!...
Chi n'esce?... Oh, fera vista!

Retrocedendo inorridita. Scena Quarta. Belisario, Eusebio, guardie e Irene:

BELISARIO ha una benda oscura sugli occhi.

Aura più lieve qui respiro! A
h! dunque fui dal mio carcer tratto!

IRENE (fra sé)
Ahi! non oso mirarlo!

EUSEBIO
È qui dappresso
stuolo guerrier che deve
al boreal confine
tradurti.

Irene gli porge un papiro, ed egli lo legge con sorpresa)

Belisario, un regal cenno
che ti conduca nell'esilio invia. (fra sé)
Ho di pietà compresa,
di duol, di maraviglia
l'anima tutta! Oh, sovrumana figlia!

Parte.

BELISARIO
O tu che della eterna, orribil notte
che ricopre il mio ciglio
esser devi la stella, a me t'appressa.

IRENE (fra sé)
Ciel!...
BELISARIO
Dove sei?
(Irene gli porge la destra)
tu dunque nell'aspro esilio vuoi seguirmi?
Ah! certo infelice esser dei,
che pietà senti d'un infelice!

IRENE (fra sé)
Il mal... frenato pianto...
niega al labbro gli accenti!...

BELISARIO
Ai lari miei
vanne... vola... ritorna... io qui t'aspetto...
Vo' per l'ultima volta
veder mia figlia... Oh, Dio! vederla!
Il labbro, fino il mio labbro istesso,
prestar fede non puote all'empio eccesso!
Se vederla a me non lice,
bramo udirla... udirla almeno!
Qui l'adduci... ah! fa' che al seno
la mia figlia io stringa ancor.
Benedir quell'infelice
non si vieti al genitor.

IRENE (fra sé)
Chi mi regge... chi m'aita
in sì barbaro momento?
L'alma, oh Dio! mancar mi sento!..
Sento, oh Dio! spezzarmi il cor!
Ah! per me, per me la vita
sarà tutta di dolor!

BELISARIO
Va', la guida a queste braccia.

Irene gli bacia la mano bagnandola di lagrime.

Che! tu piangi!

IRENE
Padre (cadendo alle sue ginocchia).
BELISARIO
Oh, Dio! La sua voce!
IRENE
Ah! padre mio...
BELISARIO
Sei tu figlia?...

IRENE
Ed al tuo piè.

BELISARIO
Sorgi, Irene... il padre abbraccia...
E fia ver!...

IRENE
Son io!...
BELISARIO
Con me!...
Ah, se potessi piangere,
di duol non piangerei...
Di tenerezza, lagrime,
di gioia io spargerei...
Non son, non son più misero,
figlia, vicino a te!
IRENE
Seguirti io vo', dividere
il tuo crudel destino,
le pene dell'esilio,
gli stenti del cammino...
E nella tomba scendere,
o padre mio, con te.
BELISARIO
Ma tu, seguendo un povero,
di cibo, e di ricetto sovente
avrai penuria.
IRENE
Un antro a me fia tetto,
e frutti avrò dagli alberi,
umor dal fonte avrò.
BELISARIO
Ma sola per gl'inospiti deserti!...
IRENE
E non son teco?
BELISARIO
E se d'affanni carico,
più che d'etade, il cieco
soccombe?
IRENE
Allor degli orfani
il padre invocherò.
BELISARIO (vivamente commosso)
Dunque andiam: de' giorni miei
tu sei l'angelo, tu il duce,
tu fra l'ombre sei la luce
del tradito genitor...
E degli occhi che perdei
tu mi sei più cara ancor!
IRENE (volgendo gli occhi al cielo)
O signor, tu sei ristoro
di chi soffre ingiusto oltraggio,
deh! su noi tu spandi un raggio
del celeste tuo favor.
Per mio padre io sol t'imploro
Dio di grazie, Dio d'amore.

Partono circondati dalle guardie.

PARTE TERZA: La Morte. In fondo i gioghi altissimi dell'Emo. Il davanti è ingombro d'alberi e sassi muscosi. Scena Prima. Belisario, senza benda, ed Irene; entrambi
avanzandosi a stento, come persone travagliate da lungo viaggio.

IRENE
Qui siedi, o padre, e le tue stanche membra
abbian, dopo il penoso
lunghissimo cammin, breve riposo.

Facendolo sedere sopra di un sasso: ella si adagia a'suoi piedi, appoggiando il capo alle ginocchia di lui.

BELISARIO (in tono querulo, ed accarezzandole il capo)
Di te m'incresce. Ah! l'astro
che sì fulgente al nascer tuo splendea
con gli occhi miei si estinse!...

Si ode un lontano squillar di trombe, che vien ripetuto da tutti gli echi delle balze circostanti.

Al clangor di barbarici metalli
odo i monti muggir, muggir le valli.

Irene ascende una roccia per osservare da lontano.

È dunque ver quanto narrare udimmo,
che un torrente di barbari dall'Emo
precipita, ed il corso ad arrestar
muovon l'armi d'Augusto.

IRENE
Oh ciel!

BELISARIO
Che vedi?

IRENE
Lunga tratta d'armati a questa volta
rapida move...
Ah! padre

Tornando a Belisario.

fuggiam...

BELISARIO
Non fugge Belisario.

IRENE
Almeno meco ritratti di quest'antro in seno.

Conducendolo entro uno speco incavato a piè d'una rupe. Scena Seconda. Dalle sommità dell'Emo discende un'orda di Alani e Bulgari. Alamiro ed Ottario sono fra i duci. Al suono di barbari strumenti si dice il seguente Coro ripetuto sempre dall'eco. CORO

Diffondasi terribile
grido di guerra:
tremi la terra,
rimbombi il ciel.
E all'urlo irresistibile
di nostra possa,
scorra per fossa
de' greci un gel.

Scena Terza. Belisario ed Irene compariscono sul limitare dell'antro e detti)

ALAMIRO

Impavidi guerrieri
quel che vedemmo veleggiar da lungi
nembo di polve, le coorti asconde
del greco imperator: l'ora s'appressa
delle pugne.

BELISARIO
Qual voce!

IRENE
È Alamiro.

OTTARIO
E tu credi che all'opra ne fian ligi?...

ALAMIRO

Sì, risuonar di Belisario il nome
udrassi appena, e i prodi,
che sotto l'elmo incanutir seguendo
l'invitto duce, a vendicar i torti
pugnando avrem consorti.

OTTARIO
Dunque, s'incontri l'inimico.

ALAMIRO
All'aure delle battaglie alzate la voce.

OTTARIO
All'armi.

CORO (avvicinandosi)
All'armi.

BELISARIO (si manifesta gettando il bastone ed atteggiando si a maestoso contegno)
Olà fermate.

ALAMIRO
Belisario!

OTTARIO, CORO
Egli!...

Lo circondano compresi di maraviglia.

ALAMIRO
Ah! stringo le tue ginocchia.

BELISARIO
Scostati...
degno non sei tu di baciar la polve
che calpesta il mio piè. D'ingiusta guerra
far strumento il mio nome! E me chiamasti
padre! E greco sei tu? Vil menzognero!

ALAMIRO

Quel detto al cor m'è fero
più di mortal saetta!

Non son uso a mentir...
Su greco lido,
da vandalo nocchier, lattante ancora
fui raccolto.


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IRENE
Ah! che dici.'...

BELISARIO E sempre appoggiato all'omero d'Irene.
Qual grido!... E perché tremi?

IRENE
O padre, il giorno
che dal fatal consesso uscia la madre,
a me svelò, che il servo tuo non spense
il pargoletto Alessi, ma sul margo
lo abbandonò del mar.

BELISARIO
Che ascolto!

ALAMIRO
Ah! forse!

BELISARIO
Tu dunque...

ALAMIRO
Il vero io dissi.

Si trae dal seno una croce, annodata ad una catena.

Su questo della fé simbolo augusto,
che sino dalle fasce
al collo mi pendea, lo giuro.

BELISARIO
O figlia, deh, tu rimira.

IRENE
Avvi sull'orlo il motto:
"In questo segno vincerai."

BELISARIO
La madre,
d'Alessi al collo il divin segno impose
nel dì che a lui die' vita,
ed egualmente... il pio...
motto sculto vi... stava...

IRENE, ALAMIRO
Eterno Iddio!

BELISARIO, IRENE, ALAMIRO
Ch'ei/io fosse/fossi!... Oh, quai momenti!

Alamiro a Belisario

Parla... prosegui ancor...
mi mancano gli accenti...
La gioia opprime il cor.

IRENE
Di'... su qual riva il barbaro t'invenne?

ALAMIRO
Ove con l'onde del maestoso... Bosforo
il Ponto... si confonde.

IRENE
Fu quivi.

BELISARIO
Ah! frena i palpiti cuor mio...

IRENE

Né dell'evento un pegno...
un qualche indizio... avesti!

ALAMIRO

Or mi rammento.
Questo pugnale il vandalo
raccolse a me dappresso.

BELISARIO
Oh, s'io vedessi!...

IRENE
Ah! porgilo...
È qui sull'elsa espresso...

BELISARIO
Forse un ramo?...

ALAMIRO
E Giunio che immola i figli...

BELISARIO
E il mio, è... il mio pugnal!...

IRENE
Più dubbio non... resta omai...

****************************************

ALAMIRO
Son io!
Figlio di Belisario!

****************************************

OTTARIO, CORO
Suo figlio!

BELISARIO (stendendogli le braccia)
Alessi... qui...

ALAMIRO
Padre!...

IRENE: Fratello.

BELISARIO
Abbracciami!...

TUTTI. Oh, avventurato dì!

Alamiro, ora Alessi, si è precipitato fra le braccia del padre, che gli tiene la destra sul capo. Irene stringe teneramente il fratello al seno. Analogo movimento dei barbari.

BELISARIO, IRENE, ALESSI
Se il figlio/frate/padre stringere
mi è dato al seno,
più non desidero,
son pago/paga appieno...
sfido i tuoi fulmini
sorte crudel.
A questo tenero
soave amplesso
tanto del giubilo
è in me l'eccesso
che parmi d'essere
rapito in ciel!

BELISARIO
Figli, partiam: qui l'aura
è d'atre nebbie infesta,
ma non fia tardo a sperderle il vento.

OTTARIO
Olà, t'arresta.
Rendine il duce: mutuo
ne stringe un giuramento
fin che non sia Bisanzio
spianata al suol.

BELISARIO
Che sento!

OTTARIO
E il patto inviolabile
io non scioglierem giammai.

BELISARIO (ad Alessi che gli sta d'accanto)
Giurasti?

ALESSI (interdetto)
Allor...

BELISARIO
Rispondimi. (con più forza)

Giurasti?

ALESSI
E ver giurai.
Sol morte il voto infrangere
può che mi stringe seco...
Dunque si muoia...

(impugnando lo stile per trafiggersi)

IRENE, OTTARIO
(trattenendogli il braccio)
Arrestati...

OTTARIO
(scuotendo Belisario ch'era rimasto immobile)
Nol fermi tu?

BELISARIO
(con sublime intrepidezza)
Son cieco.

OTTARIO
(tocco da tanto eroismo disarma Alessi
e lo spinge verso Belisario)
Vivi: io sciolgo la sacra alleanza.
Noi rechiamo a' nemici la morte.

OTTARIO, CORO
È segnata de' Greci la sorte...
Belisario fra lor non sarà!

BELISARIO, ALESSI, IRENE
Fia delusa l'ardita speranza:
regge un nume de' Greci la sorte.
Per la patria pugnando da forte,
Belisario, ogni greco sarà.

(Squillano le trombe dei barbari, ed essi partono,
guidati da Ottario. Belisario coi figli entra dal lato
medesimo, ma per altra via)

Scena Quarta. Giustiniano e guardie Tenda di Giustiniano, che aprendosi nel mezzo lascia scorgere nell'ultima distanza le sommità dell'Emo. GIUSTINIANO ad alcune guardie che ricevuto l'ordine partono.

Itene al campo, e sia palese al duce
ch'io giunsi, e che prefiggo
alla battaglia il nuovo dì.

Scena Quinta. Antonina e detto. Ella è cinta di gramaglie, il suo volto è pallido e consunto, la sua chioma scarmigliata: giunta appena, si arresta sul limitare. GIUSTINIANO

Chi veggio!

ANTONINA
Un'empia.

GIUSTINIANO
A che venisti?

ANTONINA
A far palese
delitto orrendo.

GIUSTINIANO
E scioglierai tu sempre
ad accusar le labbra?

ANTONINA (in tuono solenne)
Oh! chiuse allora
morte le avesse, che menzogna infame
ad attestar si aprirò!
Inorridisci o Cesare: quel grande,
che mio consorte più nomar non oso,
è innocente.

GIUSTINIANO (vivamente colpito)
Che dici!

ANTONINA
Le cifre accusatrici
man compra simulò; del tradimento
Eutropio ebbi ministro.

GIUSTINIANO
Ah! scellerati!...
Morte ad entrambi...

ANTONINA
Morte? È giusta... la desio...
Per queste balze corro in traccia di lui...
Morire io voglio, ma pentita al suo piè...
Ma ch'io distolga dal nefando mio capo
l'alta minaccia del flagello eterno.
S'apra per me la tomba, e non l'averno.

Da quel dì, che l'innocente
spinsi in preda a tanti affanni,
da quel dì che il ciel clemente
cancellar dovea dagli anni,
de' viventi l'odio io sono...
Di me stessa io son l'orror...
La speranza del perdono
sol mi regge in vita ancor.

Odesi fuor della tenda un rumore che si avvicina, e voci che gridano "Vittoria!". GIUSTINIANO:

Intorno echeggia di liete grida il ciel!...
Che fia!... Si veggia...

Scena Sesta. Irene circondata dai pastori dell'Emo, dalle guardie imperiali e detti. GIUSTINIANO:

Irene.

ANTONINA
Figlia!...

IRENE
Oh! madre!
Fauste nuove ad entrambi...
Il figliuol tuo spento non è.

ANTONINA
Che parli!...

IRENE
In Alamiro abbracciarlo potrai.

ANTONINA
Ciel! Non deliro?
Tu non m'inganni?

IRENE (a Giustiniano)
Fugge l'oste nemica.

GIUSTINIANO
Fugge!

IRENE
Inarcherai per la sorpresa il ciglio,
allor che noto il vincitor de' barbari ti fia.

GIUSTINIANO
Chi?... Parla.

IRENE
Belisario.

ANTONINA
Ei!

GIUSTINIANO
Come, narra, come potea?

IRENE
La china d'un erto colle che sovrasta al campo
de' greci scendevami quando le trombe
squillare udimmo... Impetuoso turbine
su' tuoi piombò l'Alano, e i tuoi fuggirò.
Ciò dissi al padre, che avvampò di sdegno,
e dal figliuol scortato
discese al pian "Fermatevi" esclamando:
"Belisario è con voi."
La nota voce i fuggitivi arresta;
torna la speme in ogni cor... Sul carro
del sommo duce alzan l'eroe repente;
e quei l'occhio è del campo, egli la mente.
Tutto cangiassi allor... quanto l'aspetto
di Belisario ardir ne' greci infonde,
tanto ne scema ai barbari!
Tremenda arde, ma breve la tenzon...
scomposte son già le file del nemico,
infrante già le temute insegne...
chi pria fugava or fugge, o cade estinto;
trionfa il greco, il vincitore è vinto.

GIUSTINIANO
Oh giorno!... Oh Belisario!

ANTONINA
Ah! pria ch'io muoia
una lacrima ancor spargo di gioia!

Si sente di lontano un funebre suono di trombe misto di grida dolorose. Tutti sono colpiti dal presentimento di somma sciagura)

TUTTI
Di pianto, di gemiti
il cielo rimbomba!...
Il suono funereo
echeggia la tromba!...
Ignoto terror
mi scende sul cor!

Scena Settima. Alessi e detti. ALESSI:

Piangete: son nunzio
di nuova dolente.

IRENE
Il padre?...

ANTONINA
Quai palpiti!

ALESSI
Dall'orda fuggente
un dardo partì, e a morte il ferì.

IRENE
Ahi! padre!

ANTONINA, GIUSTINIANO
Qual fulmine!

ALESSI
Ei tratto qui viene...

Scena Ultima. Accompagnato da lugubre musica vien condotto Belisario sugli scudi dei veterani e guerrieri. TUTTI tranne Belisario.

Funesto spettacolo!

IRENE (correndo al padre)
Me misera!...

BELISARIO
Irene! Ricopriti, o ciel, d'un lugubre vel.

GIUSTINIANO (con voce soffocata dal pianto e stringendo la destra di Belisario)
Amico...

BELISARIO
A te, Cesare,
de' figli... la sorte
affido... rammentalo...
nell'ora... di... morte...

GIUSTINIANO
Lor padre sarò.

ANTONINA cadendo a' piè di Belisario nell'estrema desolazione)
Perdono...

Belisario tocco dalla di lei voce, schiude la bocca, e fa un movimento come per alzarsi; ma la parola vien meno sulle convulse sue labbra, un tremore lo investe
in tutta la persona, e ricade estinto.

TUTTI
Spirò!

Lungo ed angoscioso silenzio. Antonina resta immobile nel suo terrore, con gli occhi
spaventevolmente fitti sul corpo di Belisario.

ANTONINA prorompendo in tutto l'impeto della disperazione.

Egli è spento, e del perdono
la parola a me non disse...
Di mia voce udendo il suono
forse in cor mi maledisse...
Forse in ciel del fallo mio
or m'accusa innanzi a Dio...
In eterno è a me rapita
ogni speme di mercé!

GIUSTINIANO, CORO
Aborrita dai mortali,
condannata dall'Eterno
vivi iniqua, e tutti i mali
prova in terra dell'averno...
Frema il cielo a te d'intorno...
Nieghi a te la luce il giorno...
Ogni istante di tua vita
cruda morte sia per te.

ANTONINA
Cielo irato, hai sciolto il corso
al tremendo tuo furore!...
Non ha speme il mio rimorso...
Non ha pianto il mio dolore...
Calpestata, oppressa, abbietta
sin dai figli maledetta.
Ogni istante di mia vita
un supplizio fia per me.

Fugge dissennata, ma giunta innanzi al cadavere di Belisario si arresta ad un tratto, e cacciandosi le mani fra' capelli, ed alzando uno strido orribile,
precipita al suolo.

ALESSI, IRENE
La sciagura è omai compita!...
Tutto il ciel rapisce a me!

Movimento universale di orrore.

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