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Gli Operai

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Sunday, June 27, 2010

1 febbraio 1893

by Luigi Speranzafor "Gli Operai" jlsperanza@aol.com

"La "battaglia" fu vinta con gran successo."

"Otto chiamate alla ribalta e i giornali, dal "Corriere della sera" alla "Gazzetta piemontese" tutti a lodare il compositore."

"«Il Puccini si è in questa "Manon Lescaut" rivelato per quello che è."

"uno dei più forti se non il più forte, addirittura, degli operisti giovani italiani»"

-- "aveva scritto Edoardo Augusto Berta sulla "Gazzetta del Popolo"".

"A testimoniare il grande successo dell´opera e il legame con Torino la sera del 9 febbraio, dopo la settima recita (ce lo racconta Giorgio Magri nel suo documentatissimo Puccini e Torino edito da Daniela Piazza, che spiega in maniera approfondita il rapporto tra il compositore e Torino, persino la sua visita a Don Bosco nel 1884), Puccini venne invitato dal sindaco Melchiorre Voli a un pranzo di gala all´Hotel Europa et Grand Hotel di piazza Castello (la Pensione Europa che oggi non c´è più)."

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La boheme:

"A Manon Lescaut seguì La bohème e Ricordi pensò nuovamente a Torino, vista la positiva accoglienza di Manon, scegliendo scaramanticamente di nuovo il 1 febbraio per la prima. Nel 1896 La bohème andò dunque in scena al Teatro Regio, protagonista nuovamente Cesira Ferrani (a lei il giorno dopo la prima Puccini donò una sua foto con la dedica: «Alla mia vera e splendida Mimì, signorina Cesira Ferrani, riconoscente G. Puccini») ed Evan Gorga come Rodolfo; dirigeva Arturo Toscanini. In sala c´erano Mascagni e Franchetti, la duchessa Isabella di Genova, il conte di Torino; un posto in platea costava 7 lire (più l´ingresso di 5 lire), il loggione 1,50 lire. Il pubblico accolse bene l´opera, ma furono i giornali del giorno dopo a criticarla: «La bohème, come non lascia grande impressione sull´animo degli auditori, non lascerà grande traccia nella storia del nostro teatro lirico, e sarà bene se l´autore, considerandola come l´errore di un momento, proseguirà gagliardamente la strada buona e si persuaderà che questo è stato un breve traviamento dal cammino dell´arte» scrisse Carlo Bersezio sulla "Gazzetta piemontese". Centodieci anni dopo i pubblici di tutti i teatri del mondo gli danno torto applaudendo Bohème tutte le numerosissime volte che va in scena."

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