Powered By Blogger

Gli Operai

The club for all those who love Italian Opera

Pages

Search This Blog

Sunday, June 27, 2010

Analysis of "Manon Lescaut"

by Luigi Speranza for "Gli Operai" jlsperanza@aol.com

From online source:

"Ogni grande artista prima o poi scrive un’opera in cui rivela se stesso con tutta la consapevolezza di essere uscito dalla fase dell’esperimento scrivendo il suo primo capolavoro - si pensi all’ Idomeneo di Mozart."

"Con "Manon Lescaut", il genio di Puccini si mostra con forza dirompente."

"L’invenzione è profusa a getto continuo e l’ispirazione vi domina, tanto da occultare l’accurato travaglio formale che pure presiede alla struttura."

"Egli era del tutto conscio che il teatro musicale in Europa, dopo Wagner, non poteva più essere lo stesso."

"E fu il primo, e forse l’unico italiano a testimoniarlo con la musica, invece che con chiacchere da ciarlatano."

"Inalterato per lui restava il primato della melodia, e lo dimostrano i numerosi assoli che contribuiscono a tener alta la fama dell’opera, dall’aria del cavaliere Renato Des Grieux, studente:

"Donna non vidi mai"

a "In quelle trine morbide" di Manon, dominata da una sensualità sconosciuta prima di allora a un compositore italiano, fino al vortice del duetto d’amore che domina il secondo atto."

"Ma la scrittura armonica doveva interessare più del consueto, e l’orchestra prendere maggiormente parte al dramma."

"La percezione del pubblico si era molto affinata, le platee cui rivolgersi molto più vaste, il mercato stesso delle opere non era più fossilizzato su idiomi nazionali."

"Bisognava andare incontro all’Europa guidando il pubblico al di là delle rispettive lingue."

"Puccini seppe utilizzare temi e melodie per condurre l’ascoltatore, passo dopo passo, alla comprensione della vicenda, ed esprimere l’emozione più intensa al di là delle parole."

"L’espressione universale non era più miraggio ma realtà."

"In "Manon Lescaut", la struttura musicale (melodie, armonie, tratti sinfonici) narra insieme al canto, supplendo al messaggio verbale."

"Wagner aveva ideato il Leitmotiv, il motivo che orientava l’inconscio dello spettatore suggerendogli legami ideali fra la trama e la costellazione simbolica dei personaggi."

"Gli italiani usavano citare melodie e motivi in diversi contesti, a volte costruendo con ‘reminiscenze’ interi numeri."

"Puccini conciliò questi due mondi."

"Si pensi al momento in cui Manon giunge ad Amiens, accolta da frotte di studenti curiosi. "Vediam / Viaggiatori eleganti": quel profilo melodico di accordi lo ritroveremo quando la protagonista incontrerà Des Grieux

-- "Manon Lescaut mi chiamo" --

verrà richiamato nella romanza del tenore

"Donna non vidi mai"

e prima del duetto dell’atto secondo. Nell’episodio conclusivo la sua cellula costitutiva si trasformerà nella mimesi del vento caldo che spazza il deserto americano, fino a chiudere l’atto nel segno della desolazione."

"Tutta l’opera è intessuta di richiami come questo, in cui una melodia o un motivo potranno essere di volta in volta Leitmotive (dunque presentarsi variati a seconda delle situazioni, come in Wagner) oppure essere richiamati come reminiscenza."

"Nel primo atto Puccini adattò con notevole abilità strutture di tipo sinfonico alle esigenze dell’azione, tanto che l’intero scorcio è analizzabile come una sinfonia in quattro movimenti."

"Strutture scopertamente apparentate a quelle della musica strumentale diventeranno più frequenti nelle opere della tarda maturità, ma la loro inequivocabile presenza anche in questo folgorante inizio dimostra la tendenza dell’artista a trovare nuove impalcature formali, in grado di garantire una diversa cadenza agli eventi drammatici rispetto alle forme di tradizione."

"Veniamo al trattamento dell’orchestra."

"Densa nelle fasce armoniche e ricca di raddoppi - che ribadiscono il primato della melodia potenziata nel suo tratto più scoperto ed emotivo."

"Ma anche un timbro duttile, piegato a mille seduzioni, e perfezionato da un istinto raffinato."

"Verdi si era lamentato che nessuno gli avesse insegnato l’orchestrazione: non era dissimile la situazione di Puccini, ma erano più frequenti le occasioni di sentire la musiche orchestrali tedesche, più intenso il dibattito nei circoli colti."

"Tutta la tessitura timbrica di "Manon Lescaut" rivela un talento sconosciuto a un operista italiano di quel tempo."

"Verdi aveva criticato gli squarci sinfonici delle Villi , fatti «pel sol piacere di far ballare l’orchestra»: ma ora questi episodi prendono parte integrante al dramma."

"Si ripensi all’Intermezzo sinfonico di Manon - una musica a programma: la disperazione di Des Grieux e il suo battersi in favore dell’amata -, al sentimento d’angoscia mimato da violoncello e viola solisti che cantano nel registro acuto frasi cromatiche sopra armonie di settime, universo irrisolto che si spalanca improvvisamente con una grande melodia diatonica in si minore distesa su un immenso arco a piena orchestra, rafforzata in tutte le voci."

"In quel momento la disperazione di Des Grieux diventa quella di tutti noi, e quando la stessa frase riapparirà nell’ultimo atto mentre il giovane, affranto, singhiozza alla vista dello sfinimento della sua donna, l’effetto sarà potenziato dal riascolto."

"Puccini ha dunque saputo fondere in un universo organico e personalissimo gli elementi più disparati."

"Ancora un esempio: l’inizio del secondo atto, trine, merletti, falsità da salotto che si aprono per un istante alla passione sensuale col ricordo di "In quelle trine morbide"."

"Poi i musici, i minuetti e la canzone in stile pastorale ("L’ora o Tirsi")."

"Ma prima l’accordo che apre il Tristan und Isolde , simbolo riconosciuto e riconoscibile dell’amore sensuale, fa capolino per un istante, facendo presagire l’esplosione romantica del duetto dei due amanti."

"Puccini non si limitò a proporre simbolicamente la sensualità come simbolo di colpa, e la trasferì nella musica, dando vita a quella passione disperata che d’ora in poi dominerà l’opera."

"Altro che ‘Tristano dei poveri’, come scrissero alcuni commentatori: soltanto i ricchi d’ispirazione possono scrivere una musica così riuscita, complessa, varia, eccitante."

"Logica conclusione di tutta l’opera è il quarto atto."

"Puccini realizzò in questo scorcio il suo primo esempio di ‘musica della memoria’, come avrebbe fatto in modo altrettanto indimenticabile in occasione delle morti di Mimì, Butterfly e Angelica."

"I temi già uditi si susseguono, facendo interagire il passato col presente, e quel poco d’invenzione realizza un’unità poetica saldissima col materiale di tutta l’opera."

"La musica non deve descrivere nulla, perché nulla accade che non sia il logico effetto di quello a cui abbiamo assistito."

"La fine di Manon è l’inevitabile conseguenza del suo modo di vivere, e assurge a evento metaforico perché non è soltanto un personaggio che muore, ma un imbarazzante simbolo d’amore, come la disperazione non è solo quella di Des Grieux, ma di tutto il pubblico che partecipa di quella morte."

"Questo lungo duetto, interrotto soltanto dalla tragica parentesi dell’aria conclusiva di lei, fa tornare in mente le conclusioni di Don Carlo e Aida."

"E ci rende palese l’enorme distanza col melodramma seriore, là dove la morte era l’unica possibilità per gli individui, oppressi dal potere, di realizzare le loro legittime aspirazioni terrene."

""Ma lassù ci vedremo in un mondo migliore", cantano Carlo ed Elisabetta, "O terra addio; addio, valle di pianti ..." è l’ultima melodia di Aida e Radames, a cui «si schiude il cielo». «Non voglio morir!» urla la solitaria Manon."

"Gli amanti pucciniani continuano ad avanzare nella sabbia del deserto, fino all’ultimo cercando un’impossibile salvezza, perché l’unica certezza è la vita."

"Sono questi i valori disperati e sensuali dell’inquieta fin de siècle."

"La sensibilità moderna comincia qui dove il cielo scompare, qui dove una donna esala l’ultimo respiro sussurrando."

"«Le mie colpe ... travolgerà l’oblio, ma l’amor mio ... non muore ...»."

No comments: