by Luigi Speranza for "Gli Operai" jlsperanza@aol.com
Avete torto! È fine! astuto...
Ogni malizia di leggi e codici conosce e sa.
Motteggiatore!... Beffeggiatore!...
C'è da fare una beffa nuova e rara?
È Gianni Schicchi che la prepara!
Gli occhi furbi gli illuminan di riso lo strano viso,
ombreggiato da quel suo gran nasone
che pare un torrachione per così!
Vien dal contado? Ebbene? Che vuol dire?
Basta con queste ubbie... grette e piccine!
Firenze è come un albero fiorito
che in piazza dei Signori ha tronco e fronde,
ma le radici forze nuove apportano
dalle convalli limpide e feconde!
E Firenze germoglia ed alle stelle
salgon palagi saldi e torri snelle!
L'Arno, prima di correre alla foce,
canta baciando piazza Santa Croce,
e il suo canto è sì dolce e sì sonoro
che a lui son scesi i ruscelletti in coro!
Così scendanvi dotti in arti e scienze
a far più ricca e splendida Firenze!
E di val d'Elsa giù dalle castella
ben venga Arnolfo a far la torre bella!
E venga Giotto dal Mugel selvoso,
e il Medici mercante coraggioso!
Basta con gli odi gretti e coi ripicchi!
Viva la gente nova e Gianni Schicchi!
Hai ben ragione; meglio non pensare
piegare il capo ed incurvar la schiena.
Per noi la vita non ha più valore
ed ogni gioia si converte in pena.
I sacchi in groppa e giù la testa a terra
Se guardi in alto, bada alla frustata.
Il pane lo guadagni col sudore
e l'ora dell'amore va rubata!
Va rubata fra spasimi e paure
che offuscano l'ebbrezza più divina.
Tutto è conteso, tutto ci è rapito
la giornata è già buia alla mattina
Hai ben ragione; meglio non pensare
Piegare il capo ed incurvar la schiena.
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