Folle di gelosia

by Luigi Speranza for "Gli Operai" jlsperanza@aol.com

La gelosia, diceva Stendhal, è un pugnale nel cuore.

Tra i più comuni moventi di omicidio, la gelosia è un delirio che acceca la mente.

Nel più celebre passaggio del "Tabarro," opera in un atto di G. Puccini, intitolato appunto "Folle di gelosia", il protagonista, il ventenne Luigi, amante della quasi coetanea Georgette, sposata a sua volta con l'anziano Michele, presso cui il giovane lavora come scaricatore, urla tutta la sua rabbia per il fatto di non poterla avere tutta per sè -

"Vorrei tenerti stretta come una cosa mia" - Dice.

Ed è proprio il considerare come "cosa" la donna amata, la scintilla che scatena la gelosia, sentimento che tutti, più o meno, abbiamo talvolta avvertito.

Le parole assumono un significato di una modernità assoluta, pur risalendo a 90 anni fa.

Il problema della gelosia sta proprio nel fatto che l'amore degenera patologicamente nel possesso del corpo, nel dominio assoluto sull'altro; un dominio capace di sconvolgere le menti e accendere la follia più feroce.