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Gli Operai

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Wednesday, June 8, 2011

On Crimi

Negli anni Venti molti erano i tenori impegnati nella nobile gara di superamento a vicenda per succedere al grande Enrico Caruso. Tra tanti era il Nostro Giulio Crimi, come è testimoniato tra l'altro da Bruno Slawits, che testualmente scrive. «... I tenori che, nel 192O, si contesero la successione dell'insostituibile, turo. no Beniamino Gigli, Giovanni Martinelli, Giulio Crimi, Mario Chamlee ed Aureliano Pertile... ».

Lo stesso tono tocca Angelo Squerzi, che, in «Le stirpi canore» (Bongiovanni editore - Bologna - 1978 - pag. 140), così scrive: «... Quando Lauri-Volpe debuttò, sotto gli anni venti del secolo, di contendenti ne aveva parecchi, e anche tralasciando Caruso ormai alla fine, i nomi di Martinelli, Gigli, Merli, De Muro, Bani, Di Giovanni, Schipa, Fertile, Lazzaro, Fleta, Crimi, e altri potevano indurre alla prudenza...».

In questo contesto senza dubbio il Nostro Crimi primeggia, come si può desumere dalle cronache giornalistiche, specie in quelle dell'anno 1922, che più dettagliatamente abbiamo potuto esaminare.

Questo fu forse l'anno in cui Crimi tornò ad essere trionfatore al Metropolitan di New York e contemporaneamente nella sua terra di Sicilia, ove venne accolto entusiasticamente da folle enormi. Debuttò anche a Catania da dove poi si spostò alla natia Paternò, meta assai ambita per lui, come testimoniano le cronache riportate nelle altre pagine.

Certamente, quando si è circondati dalle molte ovazioni, si vorrebbe ascrivere tra esse anche quelle dei propri concittadini. Così Giulio Crimi, non disdegnando gli applausi in tutto il mondo. ha gradito maggiormente quelli di «casa sua».

Dai carteggi si rileva un telegramma del Cav. Uff. Natale Strano (sindaco di Paternò dal 26 settembre 1920 al 26 maggio 1921), che riportiamo integralmente: Cav. Uff. Giulio Crimi, Teatro Metropolitan - New York. La nativa Paternò esulta del suo meritato trionfo, ed io ascrivo a mio particolare onore esprimere alla S.V., nel nome di questa Cittadinanza, che l'ha con fervido affetto seguito per tutte le tappe del vittorioso cammino, i sensi di alta ammirazione e di tenero orgoglio per il suo eletto figliuolo.

Voglia accogliere tali sentimenti, nella loro sincera e profonda essenza, che la mia disadorna parola non sa e non può rendere nella sua vera e viva intensità.

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